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  • Writer's pictureFabio Marino

Intervista per "la Repubblica"


di Luigi Bolognini


È uno degli attori più famosi d'Italia, ma non si sa che faccia abbia. Perché fa tutto con le sue parti del corpo più preziose: le mani. Il 53enne milanese Fabio Marino è un manista: si può dire che doppia i protagonisti degli spot quando si devono inquadrare le mani. Tra gli attori che le hanno prese in prestito, George Clooney e Luca Argentero. Per raccontare una professione particolare, e non solo, Marino ha scritto con Stefano Sacchi l'autobiografia Oltre le mani c'è di più.

Il titolo sembra già rispondere alla domanda sul perché, Marino.

«Esatto. Io sono noto — nell'ambiente della pubblicità — per le mani. Da 5 anni sono anche modello con viso e corpo. I modelli agé ora sono utilizzati abbastanza. A usare le mani ho iniziato 10 anni fa».

Come?

«Per caso. Volevo fare il modello, ma non trovavo ingaggi, finché un regista ha notato che avevo delle belle mani e le muovevo bene. Ricordo ancora il primo spot: tenere in mano tessere e palline, simboli di elementi chimici».

Lei aveva mai guardato le sue mani?

«Mi piacevano e gli volevo bene, ma come al resto del mio corpo.
Da lì ho iniziato invece a curarle e a usarle: man mano (scusi l'espressione) la fama ha iniziato a girare e io mi sono ritrovato pieno di lavoro. Non so neppure quanti spot ho fatto».

Anche perché, penserà l'uomo della strada, un manista se la cava con due inquadrature.

«Magari fosse così! Invece anche solo per fare due secondi di uno spot ci vuole mezza giornata, poi ci sono le foto, e io devo restare immobile o ripetere qualche gesto. Non è mica facile, anzi».

Cose strane che ha fatto o tenuto in mano?

«Sono spuntato, solo con la mano, da sotto una scrivania, ho tenuto in mano un pulcino che ogni due secondi si addormentava, e tenuto in alto un vassoio di speck mentre, fuori inquadratura, il cane del regista cercava di saltarci sopra».

Che rapporti ha con gli attori a cui presta le mani?

«Spesso neppure ci vediamo. So che sono felicissimi, perché tutti pensano che le mani siano le loro. E spesso neppure so che spot ho girato, mi riconosco in tv».

Lei non fa mai il modello a tutto tondo, cioè presta sia viso che mani?

«Mi piacerebbe, ma finora non è mai successo. Un po' è frustrante. Però è stato bello diventare anche modello. Un fotografo mi ha suggerito di farmi crescere un po' di barbetta: quel filo di grigio sul mento valorizza un viso ancora giovane. Però diciamo che le mani sono il 70% del mio lavoro».

Ma cos'hanno di bello le sue mani? Anzi, cosa devono avere di bello in assoluto?

«Beh ammetto di essermene innamorato col tempo, spesso le ammiro mentre guido. Hanno le giuste proporzioni, ovviamente taglio unghie e pellicine, non sono pelose, né callose e si vedono le linee della vita. E le curo con creme e indossando i guanti anche d'estate».

Guarda mai quelle altrui?

«Scherza? Sempre. La prima cosa che faccio quando incontro qualcuno. Ma ne trovo poche non dico di belle, ma accettabili. E non sa quanta gente mi scrive chiedendomi di fare questo lavoro. Ma allegano delle foto in gran parte semplicemente imbarazzanti».

Non è che non vuole concorrenza?

«Ma no, in Italia siamo una decina e bastiamo noi. Tra l'altro non siamo in grandi rapporti perché è difficile che in uno spot ci sia più di un manista».

Ha assicurato le mani?

«Certo, per 100 mila dollari. Da qualche tempo anche il corpo».

Ha pensato a come rimediare all'invecchiamento?

«In generale ho una buona pelle. Ma sono pronto anche al lipofilling: si prende del grasso dalla pancia e lo si inietta lì, per evitare l'effetto mani scavate».

Dia qualche consiglio per avere mani belle (quasi) come sue.

«Curarle con creme non grasse, regolare le unghie e tagliare le pellicine, mangiare latticini non grassi tipo yogurt, fare sport (pensi che io faccio boxe, ma con due o tre fasce sotto i guantoni) e mettete pure un anello, purché non grosso: valorizza una bella mano».
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